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Una coppa per l’Italia

COPPA ITALIA/Insigne e tutti gli azzurri dedicano il trionfo “a chi ha sofferto e a chi si è rialzato”


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NAPOLI. Uscire dal black out Covid e cantare 'un giorno all'improvviso' coi tifosi, alzare la Coppa Italia dopo 6 anni di digiuno, vedere i calciatori che abbracciano De Laurentiis e lo fanno volare in segno di trionfo all'Olimpico. Sono le fotografie del Napoli che si riscopre grande, quello che è ripartito dopo lo stop per la pandemia vincendo la Coppa Italia contro la Juventus. Un mese di allenamenti silenziosi a Castel Volturno hanno portato al pari con l'Inter e al successo ai rigori sui bianconeri, al primo urlo di gioia di una squadra italiana che a dicembre sembrava sull'orlo di perdersi, a rischio di lottare per restare in serie A. "Si chiama Coppa Italia, ma oggi più che mai è la Coppa di tutti gli italiani. Dedicata a chi ha sofferto e a chi si è rialzato. A chi continua a lottare, contro il Coronavirus" il pensiero corale degli azzurri. La vittoria della Coppa è figlia dei gol di Ruiz e di Mertens con l'Inter, della freddezza degli azzurri nei rigori, delle mani di Meret, ma soprattutto di Rino Gattuso, che in due mesi di campo e altrettanti al telefono ha saputo ricompattare e tenere unita la squadra, dando nuovi stimoli e obiettivi. E che dopo un dialogo di gruppo sul prato dell'Olimpico ha portato De Laurentiis a dire a fine gara sulle multe: "I giocatori hanno cancellato l'era precedente e sono maturi adesso, un grande esempio di professionalità e sportività". E' la pax gattusiana che fa funzionare il Napoli e che ora punterà a un sogno: la rimonta in campionato fino a un posto in Champions League, il quarto in classifica occupato dall'Atalanta che ha nove punti più degli azzurri e una partita in meno. Una pax che ha portato al rinnovo di Mertens, alla firma in arrivo del tecnico per il rinnovo, alla permanenza di Zielinski. L'obiettivo era vincere un trofeo ed è arrivato, ora si può sognare, dalla rincorsa in serie A alla sfida contro il Barcellona da giocare a inizio agosto probabilmente in Portogallo, liberi da pressioni, provando a fare l'impresa. Lui, Gattu- so (gli omaggi a Ringhio sono trasversali: "E' una persona speciale" dice Alex Del Piero), è pronto a ricominciare il lavoro silenzioso ma duro, quello per cui prima Allan e poi Lozano sono finiti in punizione per lo scarso impegno. Dall'altro lato il ds Giuntoli lavora alla squadra del prossimo anno, che sarà forse senza Milik e probabilmente senza Koulibaly e Callejon, per un tesoretto che punti a rinnovare la rosa. Le alternative sul mercato ci sono, ma anche le certezze a Castel Volturno a partire da Insigne, Ruiz e Manolas e viste le due gare di Coppa di Maksi- movic, che ha ormai dimostrato di essere pronto a fare il titolare di un top club. Ora però Napoli e la squadra si godono la vittoria, arrivata 6 anni dopo quella del 2014 e dedicata dai tifosi a Ciro Esposito, il ragazzo ucciso nella finale del 2014. E si godono anche la rivincita su Maurizio Sarri, ritratto in una foto mentre lascia il campo ignorando il gesto di De Laurentiis che gli stava dando la mano. La pax non sembra coinvolgere tutti.

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