Una favola di nome Italia
- direzione167
- 5 giu 2022
- Tempo di lettura: 2 min
Europei/ Il fantasista della Nazionale Lorenzo Insigne vola alto per la sfida di sabato contro l’Austria a Wembley

FIRENZE. L'Europeo è come una favola: se a dirlo non sono solo i giovani ma anche i leader come Lorenzo Insigne, 43 presenze e 9 gol in azzurro, non può che essere vero. "Anche per me e gli altri 'vecchi’ della Nazionale è una bella favola, è la prima volta che gioco una competizione così importante da protagonista. Negli anni passati ero più giovane, con Prandelli e Conte cui dirò sempre grazie c'erano altri moduli e io cercavo di adattarmi, con Mancini c'è un sistema di gioco più adatto a me e alle caratteristiche di altri calciatori". Tanta è la voglia di lasciare il segno: "Cerco di dare anche più del 100%, l'obiettivo non era passare la fase a gironi, è arrivare in fondo". L'Italia insomma non si nasconde anche se d'ora in poi arriveranno le sfide da 'dentro o fuorì a iniziare da sabato con l'Austria a Londra, a Wembley dove Insigne ha già segnato nel marzo 2018 (finì 1-1): "Era solo un'amichevole ma fu comunque emozionante. Abbiamo visto come gioca l'Austria, è una squadra che corre molto, pressa ma noi ci stiamo preparando per fare una grande prestazione. Vero che ora può bastare un episodio per cambiare la gara ma i nostri giovani hanno già dimostrato di essere pronti e noi veterani non abbiamo paura". Congela al momento la questione del contratto in scadenza nel 2022 con il Napoli ("Penso solo all'Europeo, con la società parleremo più avanti"), si tiene stretto il numero 10 ("È una grossa responsabilità ma anche motivo d'orgoglio, Mancini che è stato un grandissimo con quella maglia dà tanti consigli. Chi finora mi ha colpito di più? Schick e Sterling") e pensa solo azzurro: "Fa piacere sapere che adesso ci temono, all'inizio nessuno ci considerava. Però dobbiamo restare con i piedi per terra perché ancora non abbiamo fatto nulla". Fra i punti di forza di questa Nazionale a suo dire c'è il centrocampo con Barella, Locatelli, Verratti, Jorginho che è stato suo compagno a Napoli: ‘’Giusto si parli di lui, ha vinto tanto al Chelsea, noi lo chiamiamo 'il Professorè, spero entri nella lista dei candidati al Pallone d'oro. Con un centrocampo di qualità e intensità così poi tocca a noi attaccanti fare i movimenti giusti. Il mio tiro a giro? Devo pensare a qualche alternativa, i portieri - ha sorriso - stanno iniziando ad abituarsi.Tanto calcio del sud in questa squadra? Vero ma già Cannavaro ha vinto un Mondiale e comunque nord o sud non conta, contano voglia qualità e determinazione’‘. In Nazionale ha un legame speciale con Immobile e Verratti coi quali è stato a Pescara: ‘’Marco gioca da 10 anni a Parigi e questo la dice lunga sul suo valore, Ciro ha vinto la Scarpa d'oro e mi sono commosso per lui quando ha conquistato la Coppa Italia. L'augurio è che per entrambi il bello debba ancora venire’‘. Un augurio che vale anche per se stesso e tutta la Nazionale.
















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