Una voglia matta di sport
- direzione167
- 5 giu 2022
- Tempo di lettura: 2 min
COVID-19/DALLA COPPA ITALIA AL TENNIS AL RUGBY: I TIFOSI SONO PRONTI

ROMA. La voglia matta. Non è ancora calcio vero, quello di Eriksen che segna da calcio d'angolo e festeggia a suon di gomiti con le voci che si sentono nel vuoto del San Paolo. Ma l'audience tv (oltre 7 milioni per Napoli-Inter su Rai1, con il 32,3 per cento di share il programma tv piu' visto del sabato, appena sot- to il 34 per cento di Juve- Milan) cancella i dubbi dei tifosi-scettici: si può tornare ad amare lo sport, a tifare per la propria squadra, anche dopo la pandemia? E lo si può fare in gare profondamente diverse? A dire il vero, uguale a prima è rimasto il rugby in Nuova- Zelanda, la virtuosa terra Covid-free agli antipodi dell'Italia. Ma i primi sprazzi di tennis e il rugby di Auckland dicono gia' che si può vivere il ritorno alla normalità con stadi aperti e applausi dal vivo. È questo il caso dell'Adria Tour, evento a scopo benefico in corso a Belgrado, dove di fronte a 4000 spettatori il numero uno del mondo, Novak Djokovic, ha tagliato il nastro della tournée balcanica in un doppio misto assieme a Jelena Jankovic (e contro l'inedita coppia Danilovic/ Zimonjic) che ha sfoggiato una capigliatura assai appariscente. Protagonista anche un giovane raccattapalle capace di giocare qualche scambio con Djokovic, riuscendo addirittura a vincere un punto con il numero uno. Andando a curiosare dall'altra parte del pianeta è già tornato tutto come prima almeno per quanto riguarda il rugby: a Auckland la palla ovale post-coronavirus ha già battuto ogni record di presenze in Nuova Zelanda. Più di 43.000 spettatori hanno partecipato senza restrizioni alla vittoria dell'Auckland Blues contro i Wellington Hurricanes (30-20), nel leggendario Eden Park , in un match valido del Super Rugby Aotearoa. Si tratta del maggior numero di persone in un incontrodi Super Rugby in Nuova Zelanda negli ultimi 15 anni, dove solo le squadre locali si sfidano quest'anno, per evitare contatti e viaggi in Argen- tina, Sudafrica e Australia. I 43.000 spettatori di Auckland si aggiungono ai 20.000 di sabato a Dunedin, nell'estremo sud del Paese dove il rugby professionista ha ce- lebrato il suo ritorno in uno stadio, senza alcuna restrizione per gli spettatori, per assistere al successo degli Otago Highlanders contro i Waikato (28-27). Si capisce allora il progetto Uefa, che punta a riaprire gli stadi almeno parzialmente in vista delle Final Eight delle sue Coppe: si tratta di un progetto decisivo nell'orientare la scelta degli stadi dove si terranno le partite conclusive di Champions ed Europa League. Il Comitato esecutivo del prossimo 17 giugno dovrà decidere quali città sostituiranno quelle originariamente investite, vale a dire Istanbul e Danzica. Al momento, la capitale portoghese Lisbona è considerata la soluzione più concreta per ospitare la la Champions, mentre per l'Europa League si pensa a Francoforte e ad altre tre città della Germania. Gli ottavi si disputeranno invece nelle sedi previste, e non come prospettato in sede unica.
















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