“Vedevo solo buio”
- direzione167
- 5 giu 2022
- Tempo di lettura: 2 min
Inter/Stefano Sensi parla del lungo infortunio (“L’ho vissuto male”) e del calcio in emergenza

MILANO. Trentuno giorni, un mese, tanto è passato dall'ultima partita giocata, dall'ultima volta che l'Inter ha indossato la maglia nerazzurra in un campo da calcio. Poi, poco dopo, l'annuncio della positività di Daniele Rugani al Covid-19. ''Da quel giorno le cose sono cambiate tanto - racconta Stefano Sensi - ci siamo ritrovati in una situazione difficile, non possiamo fare allenamenti, non possiamo giocare''. Sensi non c'era a Torino contro i bianconeri, era ancora alle prese con un infortunio che lo ha tenuto lontano dal campo praticamente per un intero girone: ''L'ho vissuto male, vedevo solo buio. Recuperare è stato come uscire dal tunnel'', ammette il centrocampista. Ma per lui, come per tutti i nerazzurri, quella partita ha fatto da spartiacque, dopo quella sfida le loro realtà sono state stravolte. Nelle ultime settimane più di un giocatore si è tolto qualche sassolino dalla scarpa. Il primo è stato Lukaku, uno sfogo che è sembrato essere anche accusa verso le istituzioni: ''Perché dobbiamo giocare se nel mondo c'è gente che rischia la vita? Eppure è necessario che un giocatore della Juve sia positivo perché il calcio si fermi. E' normale? No, non lo è''. Anche Diego Godin a Espn ha voluto dire la sua: ''Siamo stati esposti fino all'ultimo, hanno tirato la corda. Abbiamo giocato a porte chiuse anche contro la Juve''. ''In Italia si è agito tardi indipendentemente da Juventus-Inter - ha dichiarato Borja Valero - si è dovuto contagiare un giocatore per fermare tutto''. Ora trenta giorni dopo quella partita, l'Inter aspetta di capire se il campionato si potrà concludere. Il club ha richiamato i giocatori stranieri che hanno lasciato l'Italia per raggiungere le proprie famiglie. Dovranno restare per quindici giorni in isolamento, poi potranno allenarsi se riprenderanno le se dute. Incognite, mentre i giocatori continuano a tenersi in forma come possono nelle proprie abitazioni. ''Restare a casa è l'unica arma che abbiamo'', ricorda Sensi rispondendo alle domande dei tifosi. Il campo manca soprattutto a lui rimasto a lungo a guarda- re i compagni giocare: ''L'infortunio l'ho vissuto male anche perché mi ha preso molto tempo. Nel periodo di infortunio cerchi di sorridere ma non in realtà sei molto triste e abbattuto. Il rientro è come uscire da un tunnel, perché prima vedi buio ma posso lasciarmelo alle spalle ora e ne sono contento''. E se la stagione dovesse concludersi, avere a disposizione Sensi sarà un asso in più per Conte. ''Se sono migliorato è merito suo. Fin dal ritiro mi sono allenato con una intensità diversa. Mi ha schierato mezz'ala e sono cresciuto, i miglioramenti sono merito suo''.
















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