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Wembley atto primo

EUROPEI/Mancini: “Bello andare a Londra per gli ottavi, ma ci vorrei tornare in finale”


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ROMA. Dedicata a tutti quei “ragazzi che hanno sofferto in questo anno e mezzo di pandemia”. Roberto Mancini saluta Roma, la sua vittoria più sentita non è il punteggio pieno o il primo posto, ma aver ridato un pò di allegria e leggerezza ai tifosi della sua Italia. Ora comincia un altro torneo, dice, e a chi gli ricorda che torna a Wembley dove quasi 30 anni fa pianse sul prato per la finale di Champions persa. “E bello tornarci, ma noi vogliamo tornarci per la finale”, dice il ct azzurro, da applausi dell’Olimpico quando ha stoppato con un tacco dei suoi un pallone uscito dal campo. “A Wembley - dice in conferenza stampa - andiamo in uno stadio fantastico, da adesso inizierà un altro torneo. Bisognerà giocare bene fino in fondo e speriamo di tornarci, per la finale”. La soddisfazione per la serata, intanto, è rivolta all’Italia delle seconde linee che si confermano scelte buone per una nazionale titolare. “Meglio di così non poteva andare”, dice a caldo, appena finita la partita. “Dubbio Verratti-Locatelli? Meglio averli tutti a disposizione e soffrire perché qualcuno bravo non giocherà. Questo è successo fin dall’inizio e la sofferenza continuerà. Se i ragazzi continuano così io sono felice. Non chiedo nient’altro”. Al termine del match, l’Olimpico ha omaggiato gli azzurri con le note di ‘Notti Magiche’ di Italia ’90: “Mi ha fatto piacere - ha ammesso Mancini - siamo tornati indietro di qualche anno in un momento straordinario: eravamo tutti più giovani, il mondiale del ’90 con tutti i tifosi qui all’Olimpico fu straordinario e fu un peccato non vincerlo”. Con la vittoria di ieri, il ct eguaglia il record di Vittorio Pozzo, 30 partite utili consecutive. Ma con realismo, sa che i numeri che pesano sono altri. “Sono ancora molto indietro, lui ha vinto tanto” dice del commissario tecnico del doppio titolo mondiale. Chiesa avverte le avversarie: “È giusto che questa Italia sogni. Anche perchè la partita di stasera dimostra che anche chi non gioca, quando entra, è decisivo”. Tra i rientrati, c’è Verratti. “Devo ringraziare Mancini che mi ha aspettato, ho temuto di rivivere l’incubo del 2016 quando persi l’Europeo: e invece sono qui”. Poi avverte. “Ora arriva la fase più difficile, quella da dentro o fuori: ma questa nazionale ha giovani che sono cresciuti nella maturità, non solo me e Jorginho con l’esperienza internazionale dei club”. Oggi, mezza giornata di libertà per gli azzurri. Poi nel pomeriggio il ritorno a Coverciano. PESSINA - “È stata la mia partita perfetta: esordire all’Europeo e segnare, e qualcosa che si sogna. E che non mi farà dormire per diversi giorni”. Matteo Pessina è autore del gol vittoria contro il Galles, che fa chiudere l’Italia a punteggio pieno il girone di Euro 2020. “In questa nazionale - ha detto a RaiSport - ho ritrovato in parte i movimenti dell’Atalanta, il pressing alto e gli inserimenti, e questo mi è stato d’aiuto. Premio al miglior gio catore a Chiesa? Peccato non ce ne siano due..”. “Vivo per questo momento da quando ho toccato il mio primo pallone”. Il centrocampista dell’Atalanta Matteo Pessina affida i propri pensieri al proprio profilo Instagram, a commento del video del suo gol al Galles che ha consentito alla Nazionale italiana di passare agli ottavi di Euro 2020 a punteggio pieno: “Di oggi ricorderò ogni singolo istante. La concentrazione negli spogliatoi, la voglia di spaccare il mondo, l’inserimento su quella palla in mezzo, l’attesa del pallone in rete, un secondo che mi è sembrato un’infinità - si legge -. E poi il boato del pubblico, le emozioni, la corsa verso la panchina, i miei compagni che mi corrono incontro, l’abbraccio, la gioia, la condivisone del momento. Il gruppo. Non svegliatemi. Non svegliamoci. Siamo l’Italia, e non smetteremo di sognare, insieme a voi”. Il sito ufficiale del club nerazzurro, nel rimarcare che il monzese diventa così coi suoi 3 gol - i primi 2 a San Marino in amichevole pre Europei - l’atalantino più prolifico di sempre in azzurro davanti ad Angelo Longoni (doppietta all’Austria il 9 dicembre 1956 nella Coppa Internazionale, ndr) nonché il primo a segnare nella fase finale di una competizione importante a livello senior, ne riporta le dichiarazioni del dopogara: “Sulla punizione del gol era Toloi che doveva attaccare il primo palo, ma ha lasciato a me la posizione più interna, ho preso palla ed è andata bene. È una bella favola, questo dimostra che anche chi arriva dalle serie minori con impegno, lavoro e sacrificio può andare lontano”. Infine, un elogio al suo allenatore: “C’è tanto di Gasperini se oggi sono qui, quasi tutto quello che ho imparato sul campo lo devo a lui, alla sua mentalità di inserirmi sempre e attaccare alto”.

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